• Gloria Conti presenta il libro “Memoria e Rinascita “ curato da Caterina Viola

    Memoria e rinascita. Da una terra distrutta a una terra di speranza descrive un cammino di morte e risurrezione ed è un atto d’amore.

    L’amore di una donna capace di cura. Caterina è una donna piccola, un metro e mezzo di fuoco, e se non vuoi rischiare di essere coinvolta nelle sue umane-divine follie, cerca di passarle più lontano che puoi. Perché, tra l’altro, ha anche il dono di essere empatica, di entrare subito in relazione e in confidenza, e allora sei già buggerata: non ti molla più.

    Dicevamo. Una donna di cura. E la cura ha bisogno di intelligenza, di curiosità, pazienza, generosità, tenerezza, ottimismo; deve rispettare la resilienza e chi la esercita deve stimare chi viene curato. L’intelligenza è indispensabile per comprendere i bisogni dell’altro, sia quelli evidenti sia quelli nascosti. Caterina è abituata da sempre a cogliere il senso di segni che possono sembrare lievi, ma che, invece, hanno una profonda capacità di inciderenella qualità della vita di chi soffre e di farsi carico dell’altro anche fuori dagli schemi dell’economia e della burocrazia.

    Questo testo nasce dalla pazienza che l’ha educata, negli anni, ad accompagnarechi soffre con costanza e senza fretta. Una cura pazienteche si traduce ogni volta che incontra qualcuno,innanzitutto in un ascolto paziente, sia perché l’altro non è sempre in grado di esprimere chiaramente la richiesta di aiuto, sia perché larelazione si costruisce lentamente, attraverso tempi che richiedono spazio nella mente e nel cuore. Nell’intento di toccare con delicatezza, quasi sfiorandola, la dignità di storie diverse, tutte uniche.

    E poi, la generosità. In certi momenti della vita, come nel caso di un sisma, per sopravvivere al senso di morte e svuotamento che esso produce,bisogna poter contare sugli altri, soprattutto nel momento del dolore che ci lascia più deboli, incerti, colpiti nel profondo. È proprio su questo terreno che compare Caterina con quell’accuratezza capace di concentrarsi sui particolari, d’inserirsi lentamente nella vita di chi soffre, di recuperare i dettagli:emozioni, disegni, colori, ricette, ricordi; la memoria spazzata via all’improvviso dalla furia devastante del terremoto.

    Su queste macerie il cuore di Caterina si apre alla tenerezza; si fa vulnerabile per assumere il dolore di chi ha perso tutto, spesso anche la speranza, e si fa prossimo, con quella prossimità che non abbandona e sa bucare la solitudine più fitta.

    La prossimità di questa donna non è mai banale, sia quando si fa vicinanza umana, sia quando si traducein un intervento tecnicamente qualificato, perché Caterina sa esprimere con gli occhi del cuore i problemi reali,evitando la banalità. La sua cura è gentile e così supera le barriere, i silenzi, i rifiuti. Ha il sapore di unagentilezzache è il segno esteriore di una moralità profonda, di un desiderio sincero, che si esprime con atti visibili, nel desiderio di essere utile per alleviare la sofferenza dell’altro. Una
    gentilezza mai noiosa, ripetitiva, pesante, al contrario, fresca e leggera, senza perdere di serietà e credibilità.

    La cura che emerge dalle pagine di questo libro/memoria è una cura inquieta perché operata da chi sa di non bastare a se stessa e ha bisogno degli altri. Sì perché a Caterina non interessa fare la prima donna e, se accondiscende alle luci della ribalta, lo fa solo ed esclusivamente perché è sempre alla ricerca di modalità efficaci per il miglior bene degli altri.

    Perché lei è una donna che si lascia contaminare dal mondo dell’altro per meglio offrirgli supporto. È la cura di chi comprende l’altro attraverso una lettura, intensa e senza intervalli, delle sue difficoltà, in un continuo incontro tra il bisogno e la risposta, nel rispetto dell’altro, che si traduce prima di tutto nella rilevazione delle sue capacità naturali; in cui bisogna saper bilanciare gli atti di supporto con le dinamiche piccole e grandi di chi riceve le cure, che nondevono mai essere ridotte o svilite dalla buona intenzione di aiutare.

    Per questo la cura di Caterina si affianca ma non sostituisce, valorizza la capacità di resilienza, e non cancella, anzi promuove la possibilità di trasformare le crisi in opportunità.

     

    30 novembre 2021                                                                                              Gloria Conti

     

     

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