• Raffaele Squitieri
 – Presidente Aggiunto della Corte dei conti scrive per la prima edizione

    Ai partecipanti all’incontro “Vento di legalità”
    Impossibilitato a partecipare personalmente, sono sinceramente lieto di portare il mio più caro saluto agli studenti delle scuole dei Castelli Romani e a tutti gli altri partecipanti al bell’evento organizzato dalla casa editrice Aracne.
    Si tratta di un evento che può definirsi senza alcuna retorica “straordinario”, tenuto conto della eccezionalità e dell’importanza di una giornata di riflessione in cui tanti ragazzi e ragazze sono invitati a confrontarsi con un tema di assoluta attualità quale quello della legalità.
    Quale magistrato della Corte dei conti, ma prima ancora quale cittadino ed uomo, sono fermamente convinto che la legalità non vada intesa come la attenta, peraltro mal sopportata, osservanza di regole limitative della nostra libertà personale, ma, al contrario, quale caposaldo della democrazia, suprema garanzia della convivenza civile e, quindi, della libertà.
    Il compito di chi, come me e i miei colleghi, vigila sul corretto impiego delle risorse pubbliche è un dovere di grande responsabilità, che dobbiamo onorare – e cerchiamo di farlo – tenendo sempre vivo e presente l’esempio dei, purtroppo, tanti colleghi che hanno dato la vita perché il principio della legalità, fondamento delle libertà civili, non venisse meno.
    Il principio di legalità, pur non affermato esplicitamente nella nostra Costituzione, ne costituisce il fondamento, in quanto ad esso va improntata l’attività dei gestori della cosa pubblica. Pertanto, soprattutto colui che ricopre un ruolo pubblico deve essere il primo a testimoniare, attraverso i propri comportamenti, di agire con correttezza, senso etico e trasparenza. Se si opera e ci si impegna per il rispetto rigoroso delle regole giuridiche, occorre anzitutto fornire agli altri la prova concreta della propria linearità, integrità e neutralità nell’espletamento delle proprie funzioni.
    Ma questa linea è quella che tutti, come cittadini, dobbiamo seguire, ognuno nel proprio ambito e nella propria attività: non è sufficiente garantire professionalità nel proprio lavoro, occorre anche la determinazione ad impegnarsi a farlo “bene”, anche se può costarci quale sacrificio.
    Ciò vale anche per voi, chiamati ad assolvere il vostro dovere di studenti con il massimo impegno e la massima serietà, e con la coscienza che la vostra preparazione, la vostra qualificazione costituirà un “valore aggiunto” non solo per la vostra persona, ma anche per il futuro del nostro Paese, che voi contribuirete a far crescere.
    Noi adulti dobbiamo invece tenere sempre presente che senso del dovere, determinazione ad impegnarsi, spirito di sacrificio, eticità devono caratterizzare costantemente la nostra azione, in specie nell’attuale situazione, che vede il diffondersi in Italia di scandalosi sprechi e di malaffare, comportamenti che non nascono a caso, ma sono il frutto malato della mancanza del senso delle Istituzioni e, quindi, dell’inosservanza del principio di legalità.
    Sulla base della mia esperienza di magistrato e di ex studente, vi invito a riflettere su quanto la correttezza, la credibilità, lo spirito di sacrificio ai quali ognuno di noi deve ispirare il proprio lavoro od il proprio impegno negli studi si rivelino fondamentali nel determinare un equilibrato, virtuoso sviluppo della vita sociale della nostra Nazione, che tutti vorremmo più corretta, più onesta, e, quindi, più giusta e più libera.

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